RALLY FETTUNTA 2017, I COMMENTI ALLE VERIFICHE PRE-GARA

RALLY FETTUNTA 2017, I COMMENTI ALLE VERIFICHE PRE-GARA

TEMPERATURE RIGIDE MA PILOTI ‘CALDI’ PER LA CORSA DEL CHIANTI

Vigilia fredda nel clima, ma calda nel sentimento sportivo degli equipaggi e degli spettatori del Rally della Fettunta 2017. Le verifiche pre-gara si sono svolte a Barberino Val d’Elsa in un rigido clima autunnale tanto che legli organizzatori hanno deciso di spostare le tecniche, con i controlli alle auto, dalla piazza medievale del centro di Barberino al capannone dell’officina Capezzuoli proprio per ovviare alle condizioni meteo. Le temperature severe, comunque, non hanno fermato il fermento e l’aspettativa di piloti e appassionati. Ecco qualche commento prima del rally.

     “E’ una gara che mi piace, il percorso è bello, mi piacciono molto le prove di Sicelle e Campoli”, dice il pilota romano ‘de Roma’ Roberto Di Giulio, un ‘brutto cliente’ per i partecipanti della classe N3. ”Sono fermo da giugno, spero di entrare subito in ritmo gara”, aggiunge il rallista della Capitale. Suo avversario in N3 è il presidente della Valdelsa Corse Federico Feti, che corre: “Con Di Giulio per ora siamo 1-1 quest’anno: quando ci siamo incontrati in gara, una volta ho vinto io, una volta lui. Vediamo qui al Fettunta come andrà“. Simone Borghi, di Castellina in Chianti, parte in classe A7 in mezzo a una muta di Clio Williams guidate da piedi pesanti. Sa di essere un avversario temibile, più di un semplice outsider. “E’ due anni che manco, ora si riparte. La macchina è stata rifatta dalla A alla Z, è a posto – spiega – Il percorso ha prove speciali con variabili di ogni tipo, in particolare il fondo stradale cambia sempre caratteristiche. E’ un tracciato pieno di imprevisti, bisogna saperlo affrontare bene”. Luca Soravia, da Longarone (Belluno), paese che ha un legame di amicizia con Tavarnelle Val di Pesa, punta a divertirsi e si schermisce se lo si indica come uno dei ‘papabili’ per la vittoria, non ne parla per nulla anche se gli viene fatto presente: “Lavoriamo sempre, abbiamo poco tempo per correre, ma a fine anno una bella gara come il Fettunta la dobbiamo fare. E’ bello venire a correre in una zona bella come questa”. Sul rally Soravia poi dice: “C’è un po’ di freddo, le prove sono belle e insidiose, le conoscerò via via in gara mentre le percorro”. Ci mette la faccia Il sancascianese Giacomo Matteuzzi su una Clio della Gima: “E’ inutile nascondersi, sono qui a provare la vittoria, proveremo a vincere. Sulla carta la Clio R3 aspirata è meno potente della Clio Turbo che avevo l’anno scorso, ma è più simile alla Twingo che guido abitualmente. Non l’ho provata prima e la scoprirò in gara”. Anche Francois Bucci, di Scarperia (Firenze), è su una Clio R3C; il mugellano è tra gli outsider più agguerriti: se indovina la giornata, insieme alla ‘naviga’ Yvonne Conti, può stare nei primi tre dell’assoluta: “E’ un tracciato con molto viscido, anche nei tratti veloci, bisogna stare molto concentrati e affrontarlo metro per metro”. L’uomo da battere è l’emiliano Luciano D’Arcio su Clio Williiams, il vincitore del 2016: “E’ molto freddo, speriamo che non piova, specialmente per il pubblico. Affronto questa gara senza stress, in un clima di festa. La macchina è la ‘sorella’ di quella con cui ho vinto l’anno scorso”. Col numero 1 partirà il veronese Tiziano Stizzoli, patriarca di una famiglia di rallisti, anche i figli Andrea e Martina sono in corsa: “Ottima organizzazione, bei posti, conosciamo la zona, abbiamo amici qua, sappiamo dove andare a mangiare. Ci siamo fatti le nostre basi, tutti gli anni ci torniamo volentieri. Questa gara ci piace”.  Andrea Bossini di Tavarnelle è il pilota della Valdelsa Corse che dovrà tenere alto l’onore dei locali nella classe ‘forever young’ A0, con le ronzanti Seicento Sporting: “Sta andando tutto bene, l’organizzazione della gara marcia come un metronomo, c’è un bel clima di festa. La macchina c’è, e vorrei dire che anche il pilota è pronto”. Roberto Pilat della scuderia Prealpi è entusiasta della prova speciale di Campoli: “Una signora prova, lì ci metti del tuo, se fosse allungata di 2 km sarebbe perfetta – suggerisce – Ha compressioni e tratti in cui la macchina alleggerisce che ti obbligano a una guida vera. Quando arrivi alla fine dici: ‘ma come è già finita? E’ una prova speciale che prende il pilota. Con un paio di chilometri in più saremmo all’eccellenza”.

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